L’altra faccia del cambiamento
Il cambiamento viene consuetudinariamente associato al “fare”, ad un allontanarsi da o a un muoversi verso. Raramente viene inteso come un restare, subendo quindi una situazione che non abbiamo scelto. Ad esempio, essere abbandonati da una moglie/un marito, una fidanzata/un fidanzato, un amico/a oppure essere esclusi da un cerchio di amicizie, da una squadra sportiva o da un’azienda tramite un licenziamento oppure essere costretti da uno spostamento di luogo seguendo il partner all’estero o sopravvenute esigenze di forza maggiore.
Tutto questo non significa operare volontariamente un cambiamento ed il subirlo richiede accettazione. La capacità di intravedere nuove opportunità di crescita e sostituirle alla paura del nuovo, alla tristezza, al vuoto della mancanza, può essere la giusta chiave di lettura della situazione.
Partendo dall’insindacabile paradigma che tutto è perfetto così com’è e necessario alla nostra anima per la sua evoluzione, possiamo lavorare insieme sul “come”.
